di Fausto Biloslavo
Alcuni sono in riva al mare, altri incastonati sulle spettacolari montagne, altri ancora in mezzo a una bucolica campagna... I 750 mila bunker albanesi non sono solo il ricordo della paranoia del dittatoreEnver Hoxha per un’aggressione straniera. Queste costruzioni in cemento armato a forma di igloo stanno per diventare "stazioni di sosta" per i sempre più numerosi turisti che sbarcano nel paese delle aquile alla ricerca di una natura incontaminata.
L’idea è venuta a Iva Shtrepi, studentessa albanese dell’Università tedesca di Magonza. La sua tesi di laurea sul "Bunkerkunft", un gioco di parole con il vocabolo tedesco "Unterkunft" (alloggio), ha dato vita a un percorso di riconversione in chiave turistica delle casematte dei tempi dei regime: i "bed & bunker". Alcune ricostruzioni al computer hanno creato interni minimalisti, eppure confortevoli. Ma il punto forte è la vista mozzafiato sul paesaggio circostante, attraverso le feritoie.
Negli anni Settanta il regime comunista aveva costruito in media 24 casematte ogni chilometro quadrato. Dopo il crollo del ’91 molte erano state adibite a bar, negozi, stalle, ma la maggior parte erano state abbandonate. Da qui il progetto di Iva Shtrepi. Con un gruppo di universitari albanesi e tedeschi la studentessa è passata all’azione, trasformando in un miniostello il primo bunker, nella città costiera di Tale, a 50 chilometri da Tirana. Il test pilota intende dimostrare che i bunker "sono una risorsa, un elemento attraente del paesaggio". Risorsa sostenibile: il pernottamento costa 8 euro.
fonte : panorama.it
carino ottima idea mi piace roberto firenze
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