Mathieu Aref |
Le due lingue baltiche più conosciute, e che esistono ancora oggi, sono il lituano ed il lettone, di cui abbiamo testimonianza fin dal XVI secolo: conosciamo il lituano tramite la traduzione di un catechismo di Lutero dell'anno 1546; invece, per la lingua lettone, si fa riferimento ad una traduzione di un catechismo cattolico dell'anno 1585. Queste due lingue fino al XIX secolo sono rimaste allo stato di idiomi dialettali usati dalla popolazione agricola, prima di venire innalzate al livello di linguaggi di valenza nazionale aventi a corredo un’autonoma produzione letteraria
Lituano-Lettone
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Pelasgo-Albanese
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Italiano
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Anasana
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Anë, anësi
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Lato
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Baltas
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Bardhë
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Bianco
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Degas
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Djeg (dieg)
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Bruciare
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Dels
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Djalë (dial)
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Ragazzo
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Du
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Dy
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Due
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Lenta
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Lëndë
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Materia
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Mazu maz
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Mëz
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Puledro
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Metu
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Mot, moti
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Tempo
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Prushoas
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Prush
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Carbone ardente
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Tauta* (tribù)
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Tatë
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Padre
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Uogli
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I vogël, i vogli
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Piccolo
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Vaïuis
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Veshi
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Orecchio
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Zaryjos
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Zjarr, (ziar), zjaros
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Fuoco
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*Teuta, regina di Illiria nel III secolo a.C.: questo nome è tipico tra gli Illiri, tramandato dai Pelasgi (Teutamos è il re dei Pelasgi: Iliade, XVI / 843). È curioso il fatto che questo nome si ritrovi in molte iscrizioni di tutte le popolazioni con origini pelasgiche, oppure con affinità con le genti tracio-illiriche: Etruschi, Illiri, Oschi, Celti ecc. Presso tutte queste etnie tale termine significava “popolo”, come per ricordare che queste tribù appartenevano alla stessa linea di sangue, ed erano lo stesso “popolo”. Oltre a questo, aggiungiamo che il vocabolo potrebbe derivare da “Titani” (in lingua albanese TE TAN, con il significato TË GJITHË = TUTTI coloro che appartengono alla stessa linea di sangue).
Liberamente tratto dal libro, Albanie ou l'incroyableodyssée d'un peuple préhellénique di Mathieu Aref
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