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lunedì 28 dicembre 2009

Luigi Maria Ugolini scopri la Pompei d'Albania

Fenice (sud Albania), 1927. La tenda di Ugolini.


Luigi Maria Ugolini scrisse nel 1932 il libro : L'acropoli di Fenice (=Albania antica).
Egli può essere considerato uno dei più grandi ricercatori italiani.

Oggi raramente si parla di lui. Ugolini non ebbe la fortuna di essere nato in una grande città o magari in paesi ricchi di quel tempo.Nacque da una modesta famiglia romagnola e fu uno studente talmente brillante che, poco dopo la laurea, fu nominato capo della Missione archeologica italiana in Albania.

Nel 1924 gli si diede l'incarico di capire meglio l'avallo della storia e le affinità tra l'Italia e l'Albania.
Mussolini e alti vertici dello stato erano incuriosito dal fatto che al sud Italia molte popolazioni parlavano lo stesso dialetto albanese e non quello greco.
I rapporti Italia Grecia erano tesi e gli storici interpretavano le spedizioni archeologica come gesto intimidatorio alla Grecia.
Siamo a metà degli anni Venti e Mussolini mira a trasformare il Mediterraneo nel suo "Mare Nostrum", cercando l'avvallo della storia.

Ugolini si laureò a Bologna al termine della guerra 1915-18 e proseguendo gli studi, ottenne la che lo portò all’Università di Roma. Per meriti speciali fu poi nominato Capo della Regia Scuola Archeologica Italiana.

Coltissimo in tutti i campi e particolarmente in quello archeologico, scoprì tesori di civiltà antiche nelle terre dell’Albania, di Malta, dell’Egitto, dell’Africa Romana e dell’Europa tutta.


Ugolini incredibilmente scopre Butrinto, chiamata la Pompei dell'Albania, e condurrà in seguito altre importanti ricerche a Malta.

Egli sostenne che ci dovevano essere stati forti collegamenti nelle età del bronzo e del ferro tra le culture illirica e albanese e le civiltà pre-classiche dell'Italia meridionale. Simili argomenti sostenne anche per l'isola di Malta.
Inizialmente Ugolini scopri casualmente anche costruzioni romane e dal ministero fascista era assecondato finche Mussolini disse che era interessato a quei scavi in Albania.
Ugolini rimase per tempo come pedina dello scacchiere del regima fascista, ma i scavi furono veri e ha permesso di capire anche quando l'Albania faceva parte dell'Impero Romano.

Il successo venne quando il grande cantiere di Butrinto, nell' Albania meridionale, permise di portare alla luce i resti di un teatro, di una chiesa bizantina, di un pozzo sacro, del pavimento a mosaico del battistero, delle pitture di un palazzo romano, di una strada e di un molo.
Quel posto era considerato molto importante.


Era un «luogo sacro» della nazione italiana e apparteneva, come si sarebbe detto allora, alla «storia della stirpe». Grazie ad Ugolini oggi Butrinto e altre aree scoperte sono diventate patrimonio dell'umanità.

Fu accolto in Italia come un eroe

Ugolini quendo scopri questi siti aveva 29 anni ma per ferite di guerra morirà pochi anni dopo(nel 1936).



Luigi Maria Ugolini scrisse nel 1932 il libro : L'acropoli di Fenice (=Albania antica).
Egli può essere considerato uno dei più grandi ricercatori italiani.
Oggi continuano le ricerche di ricercatori italini e albanesi a Butrinto e nel resto dell'Albania

5 commenti:

  1. Ciao a tutti , volevo chidervi di fare una ricerca sul nome Epiro ed Epica.

    L'epica rigurdava storie proprie dell'Epiro.

    qualcuno mi sa dire se queste parole hanno qualche legame.

    Stefano

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  2. Per quato riguarda l'Iliade puo avere un collegamento con Illiria.

    Secondo me dal nome Iliria puo derivare l'Iliade, la lirica,illy e tante altre parole che si usano nella lingua italiana.

    Sarebbe interessante trovare delle somilgianze con altre parole.

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  3. pensato che i greci e i russi deridevano i supoi lavori..

    dicevano che il suo lavoro era un lavoro imposto dal fascismo.
    non so cosa ha fatto il fascismo so che egli è stato un grande ricercatore

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  4. Egli identificò quindi molte delle sue scoperte con i luoghi visti o visitati dal mitico eroe troiano Enea, il fondatore della razza romana, che la leggenda vuole abbia visitato Butrinto durante il suo errare dopo la distruzione di Troia. Allo stesso modo egli sostenne che ci dovevano essere stati forti collegamenti nelle età del bronzo e del ferro tra le culture illirica e albanese e le civiltà pre-classiche dell'Italia meridionale. Simili argomenti sostenne anche per l'isola di Malta.

    Ironicamente questo è anche quello che sostengono molto più recenti ricerche archeologiche.

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  5. OGGI SI PUO DIRE CHE GRAZIE A LUI MOLTI RICERCATORI E ARCHEOLOGI CONTINUANO I SUOI LAVORI

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