di
Fahri Xharra
(tradotto in italiano da Brunilda Ternova)
“In realtà,
il freddo non esiste!”- diceva Albert Einstein quando era studente. Secondo gli studi e le ultime scoperte nel campo
della fisica, il freddo è solo la
mancanza di calore. Questo lo si può dimostrare avvicinando un oggetto qualsiasi alla
fonte di energia osservando il suo riscaldamento.
In altre parole, senza riscaldamento
gli oggetti sono inerti e non reagiscono, e questo significa che “il freddo” non esiste. E le tenebre? L’oscurità è la completa assenza di luce. Possiamo studiare la luce e la luminosità, ma mai l’oscurità. Con l’oscurità possiamo
e siamo in grado di spiegare la mancanza di luce“.
E’ risaputo che lo scienziato Albert Einstein è nato a Ulm, Württemberg in Germania,
il 14 marzo 1879. Nel 1909 diventerà professore straordinario a Zurigo e nel 1911 professore
a Praga. Nel 1914 lo troviamo
come professore presso l’Università di
Berlino e nel 1914 divenne cittadino tedesco vivendo a Berlino fino al 1933 – che lasciò a causa delle sue
origini ebraiche. Ma non è altrettanto risaputo che l’Albania divenne la seconda
patria di Albert Einstein.
Come è successo che Einstein ‘rinacque’ un’altra volta
in Albania
Grazie all’impegno della diaspora
albanese in Belgio, il 15 settembre 2011 nel Museo Ebraico
di Bruxelles si è tenuta la conferenza
“L’Albania e la salvezza degli Ebrei”.
L’avvenimento si è svolto in forma di riconoscimento pubblico
al Re Zog e alla sua storica assistenza
nel trarre in salvo in Albania,
durante gli anni 1929-1944, gli ebrei dall’olocausto.
Lo storico americano Bernd Fisher dell’Indiana University, afferma che le
iniziative e la persistenza di Re
Zog permisero il salvataggio di oltre 2640 ebrei in Albania, - tra i quali risulta anche Albert Einstein – equipaggiati con visti
di soggiorno, di transito e la
cittadinanza albanese. E’ noto che l’amministrazione
dello Stato albanese all’epoca - che
si occupava dei rilasci di passaporti - per motivi di
sicurezza cambiava i nomi degli
ebrei trasformandoli in nomi albanesi. Così era normale che Moshe si
trasformasse in Musa, Zaccaria in Zafir e così
via dicendo. Tali prove sono documentate presso l’Archivio di
Stato Albanese.
Chi salvò Albert Einstein
L’uomo nasce una
volta, ma rinasce quando qualcuno gli salva la vita
dalla morte certa.
In una delle vie caratteristiche della città di Pogradec, nel quartiere Burima, sul lato destro della chiesa più antica della città, è situata una villa a due piani immersa nel bel mezzo di un parco e di un giardino con mele e uva. Si tratta della casa della famiglia Basho, attualmente proprietà del Professore Associato dott. Jovan Basho, capo del servizio al Centro Ospedaliero Universitario “Madre Teresa” di Tirana.
In una delle vie caratteristiche della città di Pogradec, nel quartiere Burima, sul lato destro della chiesa più antica della città, è situata una villa a due piani immersa nel bel mezzo di un parco e di un giardino con mele e uva. Si tratta della casa della famiglia Basho, attualmente proprietà del Professore Associato dott. Jovan Basho, capo del servizio al Centro Ospedaliero Universitario “Madre Teresa” di Tirana.
Durante un
viaggio a Vienna – tra il 26 gennaio e il 20 marzo del 1931 - il dott.
Jani Basho incontrò i suoi vecchi professori
di università e diversi amici, tra i
quali anche il celebre attore
albanese Aleksander Moisi (ita: Alessandro Moisi). Nel corso di
questi incontri e riunioni tra amici intimi e di vecchia data, quest’ultimi
lo misero al corrente riguardo la situazione di Einstein. Il
suo amico Albert Einstein – amico
della famiglia Basho - era in pericolo
essendo ebreo e doveva lasciare il Paese
prima possibile, ma visto che il suo passaporto tedesco era già stato
sequestrato per lui era impossibile muoversi. Essendo
che dott. Basho era il medico personale di Re Zog, poteva fare da tramite chiedendo
a quest’ultimo di mettere a disposizione di Einstein un passaporto albanese.
Albert Einstein
raggiunse l’Albania nell’aprile del
1931, nel momento in cui veniva perseguitato
in Germania dai nazisti a causa delle sue origini ebraiche, e venne fornito con un
passaporto albanese grazie al quale si
avvierà in viaggio verso gli Stati Uniti America. Nel vecchio
registro del 1931, con il nr. AK0 31, pagina 53 / 1,
si trova questa nota: “Oggi, il 10 aprile 1931, si è presentato nella sede del Comune di
Pogradec dott. Jani Basho, nato nel 1892 nel quartiere Burima di Pogradec,
figlio di Kosma e Anastasia, professione medico personale presso Sua Altezza
Reale Zog I, il quale ci garantisce che Albert Einstein ha i requisiti per
diventare cittadino della città di Pogradec. Il comune
rilascia ad Albert Einstein il certificato e l’attestato di residenza presso il quartiere Burima di Pogradec. Impiegato del comune - Reis Asllani, Garante - Dott. Jani Basho.”
Secondo i dati
ufficiali il passaporto tedesco di Einstein era stato sequestrato dalla Gestapo ma lui andò
in America ben due volte – nel mese
di dicembre del 1931 e nel 1932
– grazie all’unico passaporto che disponeva in quel momento, quello albanese.
Nel 1933 dovette fuggire per
andare definitivamente negli Stati Uniti a causa della crescita
del nazismo in Germania. Un mese dopo, nel maggio
1933, venne informato che il suo nome
risultava nella lista di morte e che veniva
accordato un premio di 5.000 dollari per
la sua testa. Grazie alla Besa (N.d.T. la parola data,
la promessa) degli albanesi, molti ebrei tra i quali anche Einstein sono riusciti
a sfuggire all’olocausto.
Le testimonianze
Secondo le
testimonianze del dott. Basho, Einstein
era giunto in Albania agli inizi degli anni
‘30 rimanendovi tre giorni, il tempo necessario per
ricevere il passaporto albanese. Il dott. Basho era intervenuto presso
il Re Zog in merito a questa questione e aveva accompagnato Einstein durante la sua permanenza in Albania - periodo
in cui l’uomo di scienza era stato ricevuto anche dal Re Zog.
Come testimonianza di questi avvenimenti ci sono anche i vari scambi di corrispondenza tra il dott. Basho ed Einstein, dove quest’ultimo ringraziava per la bontà e l’aiuto ricevuto, raccontando nelle lettere anche le varie difficoltà della sua vita. Purtroppo le lettere inviate da Einstein sono state bruciate verso la fine della seconda guerra mondiale nel febbraio del 1945 - insieme con molti libri e documenti - durante la nazionalizzazione della casa e della clinica del dott. Basho nel centro di Tirana. Quelle inviate da dott. Basho e la documentazione realizzata in Albania per Einstein si trovano negli archivi di Einstein a Gerusalemme (Einstein Archives).
Come testimonianza di questi avvenimenti ci sono anche i vari scambi di corrispondenza tra il dott. Basho ed Einstein, dove quest’ultimo ringraziava per la bontà e l’aiuto ricevuto, raccontando nelle lettere anche le varie difficoltà della sua vita. Purtroppo le lettere inviate da Einstein sono state bruciate verso la fine della seconda guerra mondiale nel febbraio del 1945 - insieme con molti libri e documenti - durante la nazionalizzazione della casa e della clinica del dott. Basho nel centro di Tirana. Quelle inviate da dott. Basho e la documentazione realizzata in Albania per Einstein si trovano negli archivi di Einstein a Gerusalemme (Einstein Archives).
Un’altra
testimonianza ci arriva dalla Regina Madre Geraldina, la quale prima del
suo rientro in Albania nel giugno 2002,
concesse un’intervista ad un giornalista britannico che fu pubblicata
nella rivista inglese “Stile” con
sottotitolo “Il ritorno della Regina”. In questa
occasione la Regina Madre
dichiarò al giornalista che Re Zog
aveva incontrato Einstein quando quest’ultimo era giunto in Albania
per ricevere un passaporto albanese.
Un’ulteriore
testimonianza è quella dell’ex impiegato della Banca Nazionale
Albanese al tempo di Re Zog, Ajet Bega, che ha
dichiarato al Prof. Dott. Skender Koja, ex Direttore dell’Istituto di Fisica Nucleare durante gli
anni 1971 – 1987, di aver incontrato Einstein
a Tirana. Il sig. Ajet Bega aveva riportato a Prof. Dott Skender Koja
la seguente testimonianza: “Ho
incontrato Einstein
a Tirana nei primi
anni ‘30, quando si recò in Banca chiedendo di
effettuare delle operazioni bancarie con una banca tedesca
– operazioni che la nostra banca non aveva
mai effettuato a causa della mancanza dei contatti con le banche tedesche in quel momento. Mi sono recato
nell’ufficio del direttore della banca che era italiano spiegandoli la
situazione. Ho appreso in quell’occasione dal direttore che Einstein era uno tra
i scienziati più grandi del mondo...”. Secondo un documento
ufficiale, risulta che Albert Einstein si era recato presso la Banca d’Albania
di Tirana, il 9 Aprile 1931.
Einstein conto il governo Jugoslavo nel 1931
Einstein aveva
alzato la voce contro il governo
della ex-Jugoslavia, quando in un modo barbaro fu ucciso
il noto albanologo, professor Milan Suflay a Zagabria nel 18 febbraio 1931. Insieme
con lo scrittore Heinrich Mann,
fratello di Thomas Mann, inviarono una lettera
congiunta alla Lega Internazionale dei Diritti Umani a Parigi,
per protestare “contro l’orribile brutalità
del governo jugoslavo ...”. Nella lettera inviata da Einstein nel 6 maggio 1931, che è stata
pubblicata anche nel giornale americano New York Times , lo scienziato accusava il regime serbo per il terrore esercitato contro il popolo croato, quello bosniaco e quello albanese. Il
professor Suflay veniva citato nella lettera per il suo grande lavoro di storico e per i
numerosi libri scientifici pubblicati.
Gli albanesi, senza dubbio, devono essere giustamente orgogliosi di aver salvato migliaia di ebrei e tra questi anche il
più importante scienziato del XX secolo,
Albert Einstein.
fonte http://brunildaternova.blogspot.com
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