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domenica 15 marzo 2009

Chi sono gli Slavi. ?

Le popolazioni slave sono definite diverse popolazione ma con il termine che si usa nei giornali italiani per slavo si intendoino i Serbi.

La maggior parte degli slavi si possono conoscere dal caognome in quanto finiscono con "vic" o "ic"

Ci sono tanti Rom che hanno i cognomi con "ic" ma non sono serbi(una precisazione dovuta)

Per quanto riguarda le lingue anche il ceco il polacco e il Russo sono lingue slave, come il serbo il croato lo sloveno sono dello Stesso ceppo.
Fino al 1990 c'era la Jugoslavia e ora è diventata Serbia.
Hanno ottenuto l'indipendenza Croazia Bosnia Herzegovina,La macedonia, il Kosovo,il Montenegro.

Albanesi , kossovari , una parte dei montenegrini e greci non sono slavi.




20 commenti:

  1. Australian Open di Melbourne, è rissa tra serbi e bosniaci


    Scontri tra ultras slavi. Questa volta però il calcio non c’entra. È successo agli Australian Open di tennis a Melbourne, come già due anni fa, e il pretesto è stato il match tra il detentore del titolo, Novak Djokovic, e l’americano di origini bosniache Amer Delic. È finita con un ferito e due persone arrestate. Le avvisaglie si erano avute già nei giorni scorsi, durante l’incontro tra il serbo Janko Tipsarevic e il croato Martin Cilic, con i due costretti a un appello comune alla calma, e soprattutto nel precedente match tra lo stesso Delic e il francese Paul-Henri Mathieu. Le tensioni dei giorni scorsi oggi sono sfociate in violenti scontri tra sostenitori di origine serba e bosniaca dopo la vittoria di Djokovic, che ha sconfitto Delic in quattro set. Gli spettatori delle opposte fazioni si sono lanciati sedie e altri oggetti. Due uomini sono stati arrestati e una trentina, molti dei quali giovani sui 20 anni, sono stati espulsi dal centro Rod Laver. Gli scontri sono però proseguiti all’esterno.

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  2. la serbia vi sembra una cosa giusta

    Serbia: frode- corruzione, 35 arresti
    Paese e' impegnato a costruire stretti legami con l'Ue
    (ANSA) - BELGRADO, 9 MAR - La polizia serba arresta 35 persone, tra cui 19 ufficiali di polizia, con l'accusa di frode, appropriazione indebita e abuso d'ufficio. Lo riferisce l'agenzia Beta aggiungendo che gli arresti sono avvenuti a Raska, Novi Pazar e Kraljevo. L'operazione, che e' tuttora in corso, fa seguito al discorso tenuto la settimana scorsa dal presidente Tadic in cui annunciava un inasprimento della lotta contro la criminalita' organizzata. La Serbia e' impegnata a costruire piu' stretti legami con l'Ue.

    http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mondo/news/2009-03-09_109342256.html

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  3. La serbia è un paese tollerante a differenza dell'italia I rom in srbia erano di piu ma ora sono emigrti tutti in Italia.

    La Serbia come molte altre nazioni dell'ex Yugoslavia, non conosce il numero esatto dei Rom nel paese. La Serbia ha una popolazione di 7,5 milioni. Il censimento del 2002 pone il numero dei Rom in 108.000, ma Djelic puntualizza che si ritiene che solo un Rom su tre ammette di appartenere a questo gruppo etnico.

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  4. Guerra tra rom e serbi in provincia di Oristano, con minacce al sindaco

    Liti, botte e accoltellamenti. In Sardegna in una guerra tra due gruppi di nomadi rischia la vita il sindaco. Nel comune di Terralba, in provincia di Oristano, una comunità di serbi non vuole abbandonare le baracche per trasferirsi nel campo di sosta allestito per i rom e minaccia di morte il primo cittadino, Gian Pietro Pili. Il rifiuto nasce dal profondo odio tra le due comunità quella serba e quella rom che da anni si stanno facendo la guerra senza riuscire a trovare un punto di incontro e di convivenza. “I serbi sono troppo violenti e non li vogliamo con noi” denunciano i rom. Altrettanto dicono di loro i serbi montenegrini che cinque anni fa si sono accampati nella campagne di Terralba. In passato di tentativi di convivenza tra le due etnie ce ne sono stati molti ma tutti sono finiti tra litigi, accoltellamenti e chiamate ai numeri d’emergenza 112, 113 e 118. Per i loro comportamenti sono ‘fioccate’ anche decine di denuncie ed esposti di cittadini esasperati, alla Procura della Repubblica. In realtà le ostilità nascerebbero dalle accuse reciproche di ‘rubarsi’ il lavoro. I serbi sono circa ottanta e hanno costruito un vero e proprio paese abusivo fatto di baracche, costruzioni realizzate in muratura e roulotte, sulla strada che collega il comune di Terralba con quello confinante di San Niccolò D’Arcidano che, invece, ospita il campo di zingari di etnia rom, più grande della Sardegna. Lì, tra la penisola del Sinis e la Costa Verde, vivono centinaia di nomadi originari della Romania che ogni giorno si spostano in tutta l’isola: da Cagliari a Sassari, da Olbia o Oristano. Ma poi tornano nuovamente a San Niccolò.

    La violenza e l’aggressività di questo gruppo serbo non si è manifestata solo con i rom che non si sono limitati a subire, ma anche nei confronti dei residenti tanto da spingere il primo cittadino ad emanare un’ordinanza di sgombero, divenuta sentenza del Tribunale di Oristano, operativa il prossimo primo luglio. Le costruzioni abusive verranno rase al suolo e smantellate definitivamente: Una decisione necessaria, secondo il sindaco, dopo i numerosi atti di violenza nei confronti dei cittadini del comune sardo. “La campagna confinante con il campo serbo è stata distrutta- spiega il sindaco Gian Pietro Pili- sono stati rovinati e resi improduttivi interi vigneti, orti e coltivazioni”. “I contadini di Terralba hanno dovuto abbandonare le campagne” continua Pili “costretti a trasferire le coltivazioni in altri appezzamenti di terreno”. Non si tratta di razzismo, tiene a precisare il primo cittadino sardo. “Non vogliamo mandarli via ma solo riuscire a ridurre i danni ai cittadini italiani” continua Pili “e l’unica soluzione è quella di riunire le due comunità nell’area di sosta creata appositamente nell’isola per i nomadi”.
    Ma i serbi, nel campo di San Niccolò, proprio non ci vogliono andare. Sabato 21 giugno, quando il comandante della polizia municipale di Terralba, Stefano Dessanai, gli ha notificato lo sgombero sono arrivati assieme ai prevedibili insulti, anche le minacce di morte a Gian Pietro Pili. “Gli metto fuoco al sindaco” grida il capo della comunità serba “basta comprare una tanica di benzina e poi gli butto in gola anche il veleno”. Ma quando il pubblico ufficiale si è presentato nella baraccopoli si è trovato nel mezzo di una rivolta a cui hanno preso parte anche i bambini. Tra i serbi della comunità di Terralba ce ne sono molti con precedenti penali. E mentre infuriano le polemiche sulle impronte digitali anche per i minorenni rom, lo stesso prefetto di Oristano, Gian Battista Tuveri ha chiesto immediatamente al sindaco se voleva la scorta per se e la sua famiglia. Gian Pietro Pili, sposato con tre figli, ha rifiutato ma non nega di aver timore. “Ammetto di avere un po’ di paura, ma solamente dopo l’abbattimento del campo valuterò se accettare o meno la protezione che mi è stata offerta dal prefetto Tuveri” conclude Pili.

    Intanto un rom ricercato in Lombardia è stato trovato e arrestato dai carabinieri in un’azione a sorpresa in un campo in provincia di Trento: viveva assieme ad un’altra quindicina di nomadi che i militari hanno identificato e scortato fuori dal paese, tra Riva del Garda e Arco. A Mestre, invece, continua la protesta dei residenti contro la costruzione del campo per nomadi sinti. Proprio durante la manifestazione, un pensionato di 77anni si è sentito male forse per un colpo di calore, ed è morto mentre veniva trasportato in ospedale. “E’ la prima vittima di una legittima protesta” dichiara Alberto Mazzonetto, capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale “e mi domando se bisognava arrivare a tanto”. Il progetto prevede un investimento pubblico di 2,8 milioni di euro per la realizzazione di case in muratura con annessa area per la roulotte destinate agli appartenenti alla comunità sinti da decenni residenti a Venezia.

    fonte : http://blog.panorama.it/italia/

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  5. Viva il fascismo i comunisti hanno fatto morte nei ex paesi comunsiti.

    viva il sud italia e abasso la falce ed il martello

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  6. GLI SLAVI CENTRO-EUROPEI SINO ALLA CADUTA DELL'IMPERO ROMANO D'OCCIDENTE


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    Non si sa molto degli slavi euro-centrali del I millennio a.C. perché, essendoci stati pochi scambi commerciali tra loro e i greci, le fonti greche (Erodoto 484 a.C. – 425 a.C) diedero solo notizie approssimative.

    Le più antiche popolazioni slave dell'Europa centrale, ancora prive di scrittura, dedite all'allevamento e all'agricoltura, probabilmente risiedevano nel corso medio-superiore della Vistola. Gli archeologi parlano di "cultura di Lausitz", ove sono state ritrovate delle urne funerarie.

    Questa cultura proto-slava si diffuse dal mar Baltico ai Carpazi, fino al Dnepr; anzi già dal II millennio a.C. si registrano alcune migrazioni di slavi dal bacino della Vistola e dell'Oder verso il Baltico orientale, là dove si mescolarono con le tribù ugro-finniche. Particolarmente studiato in Polonia è stato il villaggio di Biskupinsk, presso Poznan.

    La più antica civiltà euroslava che conosciamo, seppure parzialmente, è quella del bronzo e soprattutto del legno, almeno sino all'uso del ferro verso la metà del I millennio a.C.

    Non risulta fosse praticata la schiavitù. La maggior parte dei mezzi produttivi apparteneva a un collettivo, la tribù, e soltanto dove i proto-slavi erano a contatto con Sciti, Traci e Celti, la proprietà di tali mezzi apparteneva a singole famiglie.

    Dal IX al VII sec. a.C. si verificarono importanti migrazioni di alcune tribù slave dalla regione dell'alta Vistola verso l'alto Bug, la Volinia.

    Le primissime forme di differenziazione di ceto appaiono verso il IV sec. a.C., quando i contatti coi Celti (provenienti dalla Boemia meridionale), i Traci, gli Sciti e i Germani si fecero più intensi. Il baratto comincerà ad essere sostituiti coi rapporti mercantili-monetari.

    Le tribù proto-slave della Vistola dovettero sostenere scontri armati per tutta la seconda metà del I millennio sia contro gli Sciti che contro i Sarmati.

    Dopo Erodoto altri due storici ci hanno fornito ulteriori notizie su queste popolazioni: Tacito (55-117) e Plinio il Vecchio (23-79). Per loro, curiosamente, tutto quanto non era "germanico" veniva definito o "scito" o "sarmato". Anche il geografo Tolomeno (100- ca. 175) si attiene a tale classificazione, all'interno della quale, al massimo, potevano usarsi termini come "Venedi" o "Sclavini", donde il nome di "Slavi", che non a caso voleva dire "schiavo". In particolare i Venedi-Sclavini erano quelle tribù slave occidentali residenti nella pianura compresa tra i fiumi Oder e Vistola, a ovest del corso superiore del Dnestr.

    Questo purtroppo ha impedito di stabilire con relativa precisione i confini territoriali delle tribù proto-slave di allora. Quel che è certo è che le principali lingue slave: russo, polacco, polabico, ceco, slovacco, bulgaro, serbocroato, sloveno... provengono tutte dall'antico slavo, che già nella prima metà del I millennio a.C. era lingua comune tra queste popolazioni. La differenziazione linguistica vera e propria è avvenuta soltanto verso la prima metà del millennio d.C., che significativamente coincide col periodo delle consolidate stratificazioni sociali tra gli slavi dell'Europa centro-occidentale.

    Che l'aristocrazia tribale dei Venedi fosse molto ricca è documentato dal corredo funerario (cfr il sepolcreto di Vymysl nella Posnania). I Venedi commerciavano con la Gallia, la Pannonia, le province romane occidentali e alcuni centri del mar Nero.

    Alla fine del II sec. d.C. le loro terre furono attraversate dalle tribù dei Goti, con cui in parte si fusero, partecipando inoltre alle guerre danubiane verso la metà del III secolo. Uno degli imperatori romani di quel periodo porta il titolo di "venedico". Nel III secolo inizia anche l'espansione di alcune tribù slave nella Boemia, a danno dei Celti.

    I movimenti migratori degli Slavi nelle terre a sud-ovest dell'Elba e dell'Oder furono causati anche dalle violente incursioni degli Unni (IV sec. d.C.), benché la parte principale dei Venedi non fu toccata da questa invasione.

    Gli Slavi orientali (Dnepr centrale e superiore) conosceranno più tardi la differenziazione di ceti e classi. Fino al I sec. d.C. tra loro si conserverà un sistema comunitario non molto diverso da quello di mille anni prima. Infatti soltanto nel I-II secolo si formano le grandi famiglie patriarcali, proprietarie di tutti gli strumenti produttivi e in grado di avvalersi del servizio di forze schiavili, per quanto ancora nel VI sec. il diritto comune proibiva l'asservimento di propri connazionali, sicché si deve pensare che tali schiavi o erano nemici catturati in battaglia o venivano comprati sui mercati esteri dalle famiglie più facoltose.

    Nell'Europa centrale furono soprattutto le tribù della Germania nord-orientale che, a seguito della disgregazione progressiva della comunità primitiva, si dedicarono ampiamente ai commerci con l'impero romano, la Scandinavia e l'Europa orientale. Vandali, Burgundi, Alemanni, Longobardi, Angli, Sassoni, Juti, Franchi e altre tribù ancora attaccarono i romani già nel II sec. d.C.

    Anche nelle regioni danubiane, carpatiche, lungo la costa settentrionale del mar Nero, del Dnepr e del Volga si verificavano gli stessi mutamenti socio-economici già presenti presso i Germani, e anche qui l'accentuarsi delle stratificazioni sociali indurrà Daci, Alani, Carpi e soprattutto Goti ad attaccare Roma verso la metà del III secolo.

    Viceversa le tribù slave dell'Europa orientale ridussero fortemente i loro rapporti commerciali con Roma, preferendo quelli con le tribù sarmatiche o altre tribù slave orientali. Il che però non impedì loro di partecipare alle guerre anti-schiavistiche contro Roma, unendo parte delle loro forse a quelle dei Marcomanni nella seconda metà del II secolo e a quelle gotiche nel III e IV secolo. Tuttavia i Goti, capeggiati da Ermanarico, ambivano a sottomettere gli stessi Venedi, senza peraltro riuscirvi.

    In sostanza le grandi campagne degli Slavi contro Roma iniziarono soltanto alla fine del V secolo, cioè dopo che le grandi invasioni degli Unni li costrinsero a cercare nuovi territori.

    Le basi geopolitiche fondamentali per le offensive dei cosiddetti "barbari" contro l'impero romano, nel III secolo, furono le regioni fra il Danubio, il Reno, l'Elba e la costa settentrionale del mar Nero. Indispensabile, per la riuscita di queste campagne militari, fu l'alleanza tra ceti nobiliari germanici e slavi e le grandi masse popolari, schiavili e semischiavili, che consideravano i "barbari" come loro liberatori.

    Ma non meno importante furono le unioni delle tribù dei Germani, degli Slavi, dei Sarmati, dei Mauri verso la metà del IV secolo. A queste unioni non parteciparono i Goti (già divenuti ariani), contro cui combattevano tribù sarmatiche e slave.

    La debolezza dei Goti si manifestò quando decisero di dividersi in Ostrogoti e Visigoti, separati dal Dnestr. Gli Unni ne approfittarono per attaccare entrambe le tribù, finché i Visigoti furono costretti a varcare le frontiere dell'impero romano, infliggendo una sconfitta così clamorosa alle legioni romane nel 378, presso Adrianopoli, che il nuovo esercito dell'imperatore Teodosio fu composto prevalentemente di elementi gotico-sarmatici. E sarà proprio con queste forze che Teodosio imporrà a tutto l'impero il cristianesimo ortodosso contro il paganesimo, l'arianesimo e ogni altra forma di eresia cristiana.

    Subito dopo la morte di Teodosio, i Visigoti, capeggiati da Alarico, ne approfittarono per saccheggiare Roma nel 410, che da allora perse la sua importanza mondiale, al punto che la nuova capitale dell'impero d'occidente fu trasferita a Ravenna.

    fonte : http://www.homolaicus.com/storia/medioevo/slavi_europei.htm

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  7. gli slavi sono barbari e non possono permettersi di far quel cazzo che gli pare.
    Peccato che bush non gli ha distrutti...
    Viva Albania

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  8. Volevo dire a Lina che lei vive in Italia da quanto ho capito, l'Italia ha riconosciuto il kosovo perche è un paese civile come lo sono la francia l'inghilterra e gli Usa e non come la tua russia o la tua serbia.
    Guardiamo la storia la Serbia ha sempre creato problemi non sa convivere con gli altri.e inutile..
    ha fatto guerra con tutti..tra un po attacchera la romania..
    i serbi sono così non hanno pietà per i bambini..e lei signora lina dovrebbe vergognarsi.
    vogliamo tutti uno sviluppo nei balcani . ci sono voluti secoli e purtroppo solo ora hanno capito che dovrebbere stare un po zitti tutti i paesi dei balcani e collaborare ,ma la serbia pensava di andare contro tutti,invece la pace trionfa sempre.. anche senza di loro il mondo va avanti

    Rino

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  9. ciao rino,
    napred srbija !
    sono giusto giusto stata ad una riunione con tema kosovo
    sto scrivendo un post su uno dei miei 5 blog, ma ho preso pagine e pagine di appunti quindi mi ci vorrà un po'
    per il momento ho scritto due cose qui
    http://balkan-crew.blogspot.com/2009/03/grazie-enrico.html
    io amo i balkani e la serbia in particolare, ma mi fanno schifo (diciamo pena per essere un po' piu' educata) le persone che creano odio
    hai fatto veramente una pessima figura rino, ma mi farebbe comunque piacere parlare con te
    dove vuoi tu
    per esempio sul mio blog quasi interamente dedicato al kosovo
    adrenola.blogspot.com
    oppure per email
    lina_vestica at hotmail.it
    a presto

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  10. eccolo qua il post rino :
    http://adrenola.blogspot.com/2009/03/sos-yugoslavia-10-anni-dallagressione.html

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  11. belle parole..infatti meno male che è arrivato bush altrimenti gli slavi alle porte e rischiavano di fare fuori anche gli albanesi

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  12. be' li ha salvati.. li ha ricoperti di uranio e li fa morire poco a poco..
    almeno hanno tempo di accorgersene e pregare

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  13. rispondo a Lina che dice che adesso il kossovo è in mano alla mafia.
    perche i serbi che uccedevano bambini senza pietà.
    Hanno ucciso i bimbi croati, bosniaci , montenegrini macedoni e poi kossovari.
    E vuoi dirmi che i serbi hanno ragione..
    ma quale cazzo di mondo vivi brutta terrorista che non sei altro.
    roba da pazzi secondo me tu non sei italiana cara lina tu sei serba e ti fingi italiana.
    ma gli italiani non cambiano idea grazie alle tue parole.
    tornate in serbia e voglio vedere come vivi

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  14. Il vino del kosovo esportato in Gran Bretagna

    La cultura vinicola kosovara, sconosciuta a molti, inizia a farsi apprezzare anche all’estero.

    A quasi un anno di distanza dalla proclamazione dell’indipendenza, il vino prodotto a Rahovec, città situata nel Sud-Ovest del Paese, è stato esportato per la prima volta a Londra, sotto la denominazione di “Stonecastle Vranac Premium 2007”. Il clima mite favorisce lo sviluppo vinicolo del Kosovo i cui vini, quando ancora era provincia autonoma della Jugoslavia, venivano esportati solo a Belgrado.

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  15. La UE preoccupata per la penetrazione russa in Montenegro
    01/10/2008 - Montenegro
    www.pcnen.com - Elab.Informest

    Preoccupata per le dimensioni che gli investimenti esteri russi stanno assumendo in Montenegro, l’Unione Europea ha fatto realizzare uno studio apposito sull’effettiva estensione di questi investimenti.

    Lo studio. intitolato "La penetrazione economica russa in Montenegro" è destinato al Parlamento europeo ed è stato realizzato da esperti dei Balcani quali Mojmir Mrak, Matija Rojec, Tamaž Šemler e Tamaž Novak. Gli autori riconoscono come il volume di investimenti russi sia in Montenegro superiore alla media degli altri Paesi della ex Jugoslavia, ed è altrettanto vero che con ogni probabilità questi investimenti sono superiori ai dati ufficiali sinora apparsi, ma non tanto quanto indicato dalla stampa locale.
    Secondo i dati presentati dallo studio, la Russia si collocava nel 2006 in Montenegro al quinto posto per investimenti, con una quota pari all’8,1% del totale nazionale. Prima era l’Ungheria, con una quota del 22,1%, seconda la Gran Bretagna con l’11,3% e terza la Svizzera con il 9,8%. Emerge che in quell’anno i russi hanno investito nel paese 98 milioni di euro, mentre negli altri Paesi della regione come Serbia e Croazia, hanno destinato cifre inferiori, per complessivi 21,3 milioni di euro. Ma non esiste documentazione ed analisi su questi investimenti; tra l’altro, lo stesso governo montenegrino ha categoricamente smentito il carattere dominante del capitale russo, senza tuttavia riuscire a convincere completamente.
    La difficoltà di delineare un quadro efficace, secondo lo studio, è dato dalla provenienza del capitale russo, attraverso Paesi terzi e/o società locali e dalla scarsa affidabilità delle fonti statistiche nazionali quali l’Ufficio statistico montenegrino e la stessa Banca centrale.


    fonte : http://www.balcanionline.it/iframe/visNews.aspx?id=11-011008-161356N

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  16. GLI ALBANESI NON SONO SLAVI-
    GLI SLAVI SONO IN SERBIA E ROMANIA

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  17. GLI ALBANESI NON SONO SLAVI-
    GLI SLAVI SONO IN SERBIA E ROMANIA

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  18. se si rispetta la regola che ogniuno deve comandare a casa sua tutto gira più liscio.

    purtroppo nei balcani questa regola viene ignorata e gli emigranti tendono a ignorarla ancora di più.

    noi italiai dobbiamo essere ospitali e gentili con chi ci rispetta e usare il bastone con chi viene a sputarci in faccia in barba al buonismo che fa solo danni.

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  19. in montenegro la metà della popolazione ha il cognome che finisce con iç e quindi sono slavi..

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  20. VIVA ALBANIA KOSOVO E TUTTI CHE SI SENTONO ALBANESI..FIERO DI ESERE ALBANESE VIVA

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