Rozafa - la donna murata - Turismo in Albania

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giovedì 3 settembre 2009

Rozafa - la donna murata

Una delle leggende più antiche dell’Albania è quella di Rozafa e del castello di Scutari. Essa racconta di tre fratelli impegnati nella costruzione delle mura della fortezza. Durante la notte il lavoro eseguito nella giornata crollava. I tre fratelli appresero da un vecchio saggio che le mura per essere forti e solide necessitavano del sacrificio di una delle loro mogli. La scelta della moglie doveva avvenire casualmente. Colei che l’indomani sarebbe giunta con il pranzo sarebbe stata immolata per il bene della comunità. Il giuramento di assoluto silenzio venne infranto da due dei tre fratelli che raccontarono tutto alle rispettive mogli. Fu così che toccò alla moglie del più giovane dei fratelli e madre di un bambino, portare l’indomani il pranzo. Le venne raccontato quanto il vecchio saggio aveva detto e il giuramento che era stato fatto fra di loro. La giovane accettò di farsi murare viva all'interno delle mura, ma pose come unica condizione che una gamba, un braccio, un occhio ed una mammella, rimanessero scoperti per poter vedere, cullare, accarezzare e allattare il proprio figlio.

Il principio di una città antica. Tutto comincia da una leggenda, tutto continua come una legenda. Rozafa era là, prima che Christo nascesse, e lei è là ancora. Per coloro che conoscono la legenda di Rozafa, gli è probabilmente chiaro che nelle sue mura giacce un corpo vivo di una madre. La madre Rozafa supplica di lasciarli un seno fuori, per allattare il suo piccolo. Con il suo corpo, ha dato vita ad un bambino, e con la sua sincerità e il suo sacrificio ha dato vita ad una città. Sopra di essa si è innalzato una fortezza ed i tre fratelli della legenda si sono messi d’ accordo di murarla, di sacrificare questa donna. Come sempre, qualcosa di sacro viene sacrificato, per dare vita a qualcosa di grandioso. Così Shkodra visse sopra questo leggendario sacrificio. La storia umana, nella sua turbolenza e la sua subcoscienza, è piena di paradossi: qualche cosa di sacro si sacrifica e qualche cosa di sacro si ottiene. La vita è sacra. Le nuove generazioni vivranno su quello che è spento. Rozafa, questa donna ingenua, poteva morire come tutte le altre, come qualsiasi donna - dimenticata, però lei è morta, pur non capendo niente, per vivere dentro la legenda. Questo paradosso umano ci porta al principio della storia: l’ oracolo, dice ai fratelli che debbono murare una delle donne, così che i muri non crollino. E possibile che questa lezione filosofica dell’ oracolo, questo simbolismo unico, ci insegna, che quando perdi qualcosa di sacro, cominci a valutare ciò che costruisci sulle sua perdita? E questo è successo in un modo così naturale nei tempi di Rozafa; la donna che si sacrifici, per dare la vita. L’ hanno murata, secondo il consiglio del oracolo, si era lasciata martirizzare nel nome della tradizione, e questo costituisce la forza filosofica della stessa legenda: il sacrificio come indiscussa necessità. Però, saranno tutti pronti al sacrificio? No, ma la verità è sì. Tutti perdiamo qualcosa, chi di più e chi di meno, senza volerlo, senza accorgersene. E questo succede cosi naturalmente, come è successo con Rozafa. Le nostre perdite sono piccole, individuali e quella di Rozafa era per tutti, era globale: per l’innalzamento di una fortezza; la fortezza della città di Shkodra.

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